mercoledì 18 febbraio 2009

Anestetici sorrisi

Ho appena gridato "frustallà" ad un gatto invasore, uno di quelli che arrivano sul mio terrazzo per seppellire le loro cagate sotto le piantine di pomodori che mia nonna, ingenuamente e amorevolmente, coltiva. Pomodori per neonati, intendiamoci. Arrivano a 10 millimetri di diametro, sono pure belli rossi. Poi periscono.
Il gatto se l'è data a gambe, spaventato dal mio acuto, e nel tentativo di fuga è incappato in un capa e muro tremendo, che se non c'avesse avuto altre sei vite a disposizione avrei dovuto pure fargli il funerale.
Cade neve sciolta stamattina, ed io indosso un pigiama triste, di un colore triste. E sul pigiama indosso un maglione ancora più triste. Roba da ricovero coatto, che non c'è manco bisogno di chiedermi se qualcosa non va, basta guardare il cazzo di modo in cui sono vestita e la risposta esatta è l'unica possibile.
Ma, voglio dire, se a Povia è consentito cantare a Sanremo che "Luca era gay", allora io posso starmene a casa mia con un pigiamino di un verde acqua indefinito e un maglione over 70 che probabilmente mia nonna non indosserebbe mai, perchè poco trendy per i suoi gusti.
Mi fanno ridere un po' di cose, stamattina, che come sempre sono sempre le stesse.
E cioè queste cose che non escono mai dal diametro della nostra vita, si allontanano, fanno giri immensi e poi ritornano. Come gli amori di cui canta Venditti.
Anche quest'anno c'è Sanremo. E ce l'abbiamo tutti sui cosiddetti. E ce l'abbiamo così sui cosiddetti che ci sentiamo in dovere di guardarlo per criticarlo.
Ringrazio Dio che c'ho la mia sana pallavolo che, se è vero che mi fa perdere tutto della vita, e soprattutto tutto ciò sia vivibile tra le 18.30 e le 23.30 del giorno stesso tutti i giorni, è anche vero che mi risparmia la sedentarietà più infame: quella dello spirito. Non che io faccia troppa fatica a dire "no" a certi ricatti mediatici, però ci sta il fatto che certe volte hai bisogno di assistere a certe stronzate ciclopiche, per ridertela un po'.
E così. E così ieri sera, tornata da Caserta, ho scoperto che Marco Carta a Sanremo rientra nella categoria big. A tale proposito ho deciso di smettere di dimagrire, così l'anno prossimo rientrerò anche io tra i "big". Mi sembra un'equazione logica per me che di equazioni non ci ho mai capito un cazzo.
Poi ho assistito ad una stonatissima Iva Zanicchi che, fin quando occhei il prezzo era giusto, ci poteva pure stare. Ma "cento, cento, cento" ieri sera non gliel'avrei mai urlato. Ma voglio dire, fa un certo effetto che una nel meglio della sua rispettabilissima menopausa vada a stonare una canzone intitolata "ti voglio senza amore". Mi sono chiesta se l'anno prossimo sarà consentito pure a Cicciolina rientrare tra i big.
Tornando a Povia, che non a caso ho citato per primo, mi sa che deve averci una visione un po' distorta della vita. Va bene che i bambini fanno oh, e va bene pure che vorrebbe avere il becco. Ma cantare di uno che racconta della sua gaytudine come se ne fosse diventato vittima, come di una cancrena irrimediabile, e come se essere gay fosse complementare all'infanzia difficile, alla madre ansiosa e al padre assente, non mi sta bene.
Stando alle equazioni di Povia, anche la sottoscritta sarebbe stata gay. Il fatto è che Povia non lo sa.
Cioè, ci ha messo una psicologia pane e peperoni in quella canzone, che io non lo so la nostra fantasia dove minchia può arrivare. Ovviamente alla fine dell'esibizione -costituita al novantanove per cento da rime baciate da prima elementare- è fuggito dal palco lasciando il posto ad un cartellone che, se ci fosse stato scritto "pubblicità", sarebbe stato meno paraculo.
Alla fine, intendiamoci, a me di Sanremo non me ne fotte niente, a parte il fatto che mi dispiace che la musica italiana sia passata dalle mani di Guccini a quelle di Marco Carta, per dirne una. Però me ne fotte del fatto che loro credono di saziarci così beceramente. Ci guardiamo Sanremo e ci scordiamo della Fiat che soltanto qui, a Pomigliano, prevede un numero abnorme di potenziali licenziamenti. Sedativo per le coscienze? Non lo so.
Non me ne fotte niente manco del contratto di Bonolis, che fino a quando è riuscito a nascondere la sua avidità, godeva della mia stima spropositata. Ma adesso che gli si fanno gli occhi lucidi per niente e la sua ingordigia è malcelata, mi viene l'orticaria come quando vedo Mara Venier in tivvù o passano Laura Pausini per radio o mi ricordo della Cimmino al liceo.
Paolè, credimi, a me del tuo milione di euro me ne passa per. Ma che te ne fai? Dico, qua gli occhi lucidi ci vengono a tutti, ci basta metterci le mani in tasca.
Ma in termini EFFETTIVI -e solo Dio sa quanto mi stia innamorando di questa parola!-, tu questa crisi come me la risolvi?

Questi sono gli interrogativi profondi di questa ventenne sprovveduta, in un mercoledì mattina in cui dovrei cominciare a preparare gli ultimi due esami di questo primo semestre. E sono già in ritardo di tre giorni sulla tabella di marcia. E' che non mi viene da studiare, perchè non ci trovo il motivo. Cioè, oltre l'appagamento del libretto che si riempie, dopo io che fine farò?

Confesso, infine, un desiderio. Che un po' c'ha a che fare con tutta la pappardella, perchè più scavo con le domande e più mi viene voglia di smettere di chiedermi.
Io vorrei chiamarmi Roberta Marfè. E Roberta sarebbe il mio nome d'arte.
E il pop denz sarebbe il mio genere dichiarato, e il mio cavallo di battaglia pop denz sarebbe CelatoAccioccolato. E sarei una tipa un po' frizzantina. E il mio pezzo forte sarebbe il fragolone.
Che, vogliate perdonare l'allusione, ma per quanto mi riguarda sono tempi di carestia pure per quello.



Tutto si muove, non riesco a stare fermo
tremando ti cerco in tutti i canali
Alta tensione ma senza orientamento
sbandando ti seguo in tutti i segnali
Fuori controllo ormai mi pulsi dentro
sento il contagio di un'infezione
Senza ragione disprezzo ogni argomento
ogni contatto, ogni connessione.
Ti cerco perchè sei la disfunzione, la macchia sporca, la mia distrazione,
la superficie liscia delle cose
la pace armata, la mia ostinazione...
Nuova ossessione che brucia ogni silenzio
dammi solo anestetici sorrisi ed una
Nuova ossessione corrodi ogni momento
sei la visione tra facce da dimenticare
Nuova ossessione e ormai ci sono dentro
dammi solo anestetici sorrisi ed una
Nuova ossessione perchè mi trovo spento
senza illusioni tra facce da dimenticare.
Senza frizione piloti il mio tormento
sbandando ti cerco in tutti i canali
Fuori visione piloti il mio buon senso
non c'è più pace o consolazione
Ti cerco perchè sei la disfunzione, la macchia sporca, la mia distrazione,
la superficie liscia delle cose
la pace armata, la resurrezione...
Nuova ossessione che brucia ogni silenzio
dammi solo anestetici sorrisi e ancora
Nuova ossessione corrodi ogni momento
sei la visione tra facce da dimenticare
Nuova ossessione e ormai ci sono dentro
dammi solo anestetici sorrisi ed una
Nuova ossessione perchè mi trovo spento
senza illusioni tra facce da dimenticare
Oggi il suo futuro anteriore
trasmette solo prospettive allarmanti
e in casa lo rinchiuderà sintonizzato su ossessioni imperanti.
Oggi il suo diagramma del cuore è schermo piatto
e nebulose stagnanti
forse è così che resterà o forse sta per decollare e inventarsi una
Nuova ossessione...



[Nuova ossessione - Subsonica]


1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao! scusa il disturbo ma sto citando la tua pagina web (almeno per pochi giorni) in un mio intervento su windows live spaces dopo aver notato che questo intervento era stato copiato da qualcun altro. se ti interessa o ti da fastidio fammi sapere.
http://blackworld8.spaces.live.com/blog/cns!1FD0C6F2DD756B1C!6120.entry