lunedì 1 settembre 2008

"D'amore, di morte e di altre sciocchezze"

Sento il bisogno di esserci, quindi faccio come se fossi a casa mia. Pensarli, i pensieri, è una cosa. Urlarli ne è un'altra. Conosco persone così riservate che se potessero andrebbero a nascondere i loro occhi per non rivelarne il colore.
Mamma mi racconta che ai primi appuntamenti con mio padre lui si appoggiava i gomiti sui fianchi, come se potesse realmente nascondersi dietro le sue stesse braccia.Vedi poi che succede quando la vergogna di vivere ti marcisce nelle vene!
Comunque. Questo dolore lasciamolo ad una stanza più intima, e aiutatemi a parlarvi di tutte le amenità del mondo.

Serata tranquilla coi pallavolisti, un addio implicito, e nemmeno tanto addio se vogliamo.Tra poche ore comincerà una stagione nuova, totalmente nuova.Nuova squadra, nuova provincia, nuova categoria.Il nome è ambizioso: VOLALTO. Serie C, come Caserta.Costerà fatica, il doppio della fatica, andare fino a Caserta tutti i giorni. E non solo questo.Ma l'amore che ci so mettere mi accompagna e rende discreto ogni tentennamento.Dicono sei un'infame, perchè te ne vai, perchè quando ti hanno contattata non ne hai parlato subito con la dirigenza, perchè vai via, qui c'è un progetto buono quest'anno, e bla bla bla.Le parole, è questo il punto. Troppe parole sprecate. Troppe parole.Le mani devono costruire, non le parole.
Mi ricordo ancora un messaggio di Massimiliano, di 3 anni fa. Ci avvicinavamo alle finali provinciali under 17, era il giorno dei giorni. E lui mi diceva che mattoncino dopo mattoncino ce l'avevamo fatta, "capisci Robertì ce l'abbiamo fatta, e tu sei il miglior ingegnere che ci sia sulla piazza."
Essere se stessi è fondamentale. Bisogna avere buone occasioni e persone che credono in te.
Quando sto in quei 18 metri io sono la regina indiscussa. E l'occasione buona è arrivata, finalmente, e anche se Massimiliano non c'è più, adesso mi aspetta Lina.
Perchè si costruisce mattoncino dopo mattoncino. Piano. Con una flemma pedante, che se dopo l'attesa sfinente crolla improvvisamente il muro, pensi pure "ma chi cazzo me lo ha fatto fare!".

Ho paura, e va bene esorcizzarla con le parole, la paura, ma comunque non passa.
Inquietudine che mi riporta indietro nel tempo: notti insonni, momenti di labilità, raffiche infinite di domande che scavano.
Leggevo sull'amore oggi, e sulla morte. E pensavo a come siamo abituati a contrapporli frontalmente, come se incontrandosi dovessero necessariamente cozzare.
Stasera a messa Riccardo ha parlato della scomparsa di suo padre con quel tono missionario che ogni volta, puntualmente, mi fa sentire in debito con la vita. Una pacatezza invidiabile. Perchè l'unico modo per non soccombere è cavalcare il flusso. Stare sopra il disordine cosmico senza avanzare la pretesa di domarlo, e dominarlo. Amare l'avversità, la confusione, il dolore e persino l'inganno.Io non lo so fare, però ci penso a tanta nobiltà d'animo.
Chissà se Lucrezio pensava anche a questo quando parlava di atarassia.
Essere imperturbabili, non insensibili. Sopportare, accettare, accogliere.
Hai voglia a dirlo, io non lo so fare. Me ne farò una ragione.

Intanto disperato messaggio prima di dormire.
Dice sono in un posto bellissimo, vorrei averti qui ma tu non sei qui, un posto così bello va condiviso con persone belle e di cui ti fidi, perchè mi fai questo, lo so che sono egoista ma io ho bisogno di te e tanta altra dolcezza che io, però, non corrispondo.
Mi piange il cuore, perchè alla fine non se lo merita e perchè l'amore non andrebbe sprecato così.
Non fare come me, datti a chi ti può accogliere, io posso solamente farti male.
Mi piace pensare a quanto sarebbe stato bello condividere "quel posto bellissimo" se il messaggio fosse arrivato da qualcun altro.
E poi dicono che non serva sognare.
Hai voglia e se serve.


La la la la tra la la
vado dove porterà la mia forza
e la voglia di vivere
la la la la tra la la
c'è qualcosa che non va
se mi fermo a pensare cos'è la libertà...


[Un uomo in mare- Bandabardò]

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