lunedì 27 ottobre 2008

Filosofia dell'educazione

Stamattina ho perso tempo in un modo imperdonabile.
Non posso farci molto, purtroppo, la stanchezza che mi porto dietro non riesco a smaltirla, così è capitato che proprio stamattina che c'erano un paio di cosette da risolvere (oltre al fatto di dover stare giù nel panificio assieme a mamma) sono rimasta a dormire fino a tardi.Mi sento in colpa, ovviamente. Ma è inutile, ovviamente.Tra le altre cose oggi -e precisamente a quest'ora- avrei dovuto partecipare all'assemblea all'Orientale, l’avevo pure detto ad Ilaria. Ma è che alle quattro c'ho Maurizio che, aggiunto agli altri doveri a cui avrei dovuto ottemperare, mi avrebbe impedito comunque di spostarmi o di rimanere a Napoli.Rimando a domani la mia visita all'Orientale, e anzi, Cristina mi ha detto di un'assemblea a Ingegneria a cui probabilmente potrò prendere parte per chiedere aiuto, per chiedere di portare un po' di consapevolezza a corso Vittorio Emanuele.
I suor orsolini si laureano beati, come se non li riguardasse quello che sta succedendo. Noi siamo in prima fila, siamo i primi ad essere mandati a fanculo, ce ne rendiamo conto oppure no?Sto scrivendo una mail al professore Gargano, mi chiedo quanto sia assennata come cosa. Sono due settimane che ci penso ma c'è sempre qualche frase da aggiustare, qualche parola da omettere. Eppure Gargano è uno occhei, basti pensare che l'esame di logica è stato sostituito nel piano di studi dal suo, filosofia dell'educazione.
A me non sembra una casualità.Filosofia dell'educazione comincia con Aristotele. L’uomo è animale razionale, l’uomo è animale politico.L’uomo è razionale ed è politico. Ma è animale, non ce lo scordiamo.Educare significa condurre fuori. Elevare l’animale dalla sua condizione infima ed ergerlo ad una condizione più nobile. Educarlo all’amore, educarlo alla vita, educarlo alla civiltà, educarlo alla consapevolezza, educarlo oltre che istruirlo. L’istruzione è un processo inverso. Istruire significa condurre dentro. Riempire i bambini come fossero sacchi vuoti, riempirli di roba indifferenziata e farli assopire nelle loro conoscenze nozionistiche.L’istruzione isolata conduce ad una condizione di totale incapacità di vivere. Come Pasolini che dice passa uno con la moto e fa una sgommata e in un minuto cancella 5 ore di lezione fatte a scuola dall’insegnante.D’altro canto il concetto di educazione è stato tergiversato.E poi dicono la confusione, i punti di riferimento che mancano.Chi l’ha creata questa confusione?Gargano è uno di quelli che non ci penserebbe su due volte e direbbe “ragazzi, alzate le chiappe che cominciamo a opporre un po’ di resistenza”, ma velatamente ci ha fatto capire che lui da solo non può, non può prendere l’iniziativa, poi stiamo al Suor Orsola Benincasa, non ce lo scordiamo.Ce lo ha dimostrato alla prima lezione del corso di cui sopra, dove il suo sdegno sussurrato suonava insolito in una parte di Napoli alienata, esente da cortei e manifestazioni, in una università alienata dove tutto funziona come da ordinaria amministrazione.
Non potete annuire, dire come se Gargano stesse svelando qualcosa di occulto, come se le cose che dice fossero nuove, mai sentite prima. Lo dovevate sapere, avevate il dovere di saperlo da molto prima e il diritto di opporvi.Non è un giro in giostra, cavolo, questa è crisi, questa è spaccatura, crepe nel futuro prima ancora che possiamo costruirlo. Ma dico, chi aspettiamo?Gargano come in tutte le sue eccellenti spiegazioni ci mette il sale, dice io vi devo provocare, non voglio fare politica ma ragazzi rendiamoci conto che l’ultima vera riforma scolastica è accaduta con quel cristiano che si chiamava Gentile e che conoscete solo grazie all’esame di pedagogia, sennò col cavolo che lo sapevate chi era Gentile. Mettiamo la parola “riforma” in bocca a una che sta lì nemmeno tanto per caso, purtroppo, ma perché NOI ABBIAMO SCELTO così. Dice attenzione ragazzi che tutto questo letame ve lo state buttando addosso da soli e vi sta asfissiando pure se non ve ne rendete conto, perché state tutti assuefatti con la testa nella televisione. Gargano non ha mai detto chiudete i libri e fate i sessantottini. Anche perchè, parliamoci chiaramente, sessantotto e duemilaotto fanno solamente rima, niente di più.Mi prende una smania assurda, penso che farei qualsiasi cosa pur di cambiare Paese e lasciarli tutti qui a morire sotto questa merda. Sto scrivendo una lettera a Napolitano, così, tanto perché ho bisogno di vomitare un po’ di sdegno in faccia a qualcuno. Non la leggerà mai, sono d’accordo pure io, ma se smettiamo di credere tanto vale smettere di lottare. Sono un'utopista, in mente intrattengo smodate conversazioni pure con Gesù Cristo, figuriamoci.La crisi c'è, dobbiamo renderci conto che c'è. E stare a casa con mammà non deve farci sentire in diritto di sentirci protetti.Le borse a un passo dal crollo, ogni giorno sul giornale la foto dell'economista con le mani in faccia. Poi viene Berlusconi e dice la scuola deve essere rinnovata, vogliamo più economisti, manager, vogliamo più tecnici. Certo, vuoi gente più istruita che assecondi le regole di questo mercato tornacontista, che fino a qualche tempo fa arricchiva almeno i già ricchi, ma adesso ci sta portando inesorabilmente verso la povertà, verso la guerra, verso una crisi insanabile.Vado a raffica lo so, ma è che mi rendo sempre più conto che il problema è nel problema. E’ proprio la logica che è malata, ci sono metastasi ovunque.Li vuoi tutti formati per fare i manager del cazzo, va bene. Così aumentiamo il degrado sociale, abbiamo più stronzi che capiscono di computer e che non sanno un cazzo della vita. Perché non ce la scordiamo la formazione umanistica. E quando dico vita non parlo di quotidianità, a quella ci pensano già troppo i mass media. Parlo di gestione, autonomia, saper vivere. Parlo di praticità, parlo di equilibri che non ci sono più, parlo di rispetto dei tempi e delle tappe.

I bambini di 8 anni adesso hanno il cellulare, quanti bulli nelle scuole, questo paese va a rotoli, ma com’è possibile questa mondezza, ma davvero esiste la camorra?
Ci spaventano le condizioni che noi stessi abbiamo posto, come se non riuscissimo a renderci conto che tutta questa merda la stiamo producendo NOI, automi inessenziali che passano i pomeriggi a guardare storie inventate alla tivvù. Siamo animali che ignorano l’ebbrezza che regala un concerto, un libro, un disco, una giornata in associazione, uno slogan urlato ad una manifestazione, un allenamento, un film al cinema, una serata a teatro.
Siamo talmente inumani che a vent’anni diciamo “sono vergine ma per un milione di euro la dò”. Questo lo dico così, giusto per farvi capire che l'emancipazione è solo una bella parola.
Noi non siamo formati, ma deformati, lontani anni luce dalla formazione.
E prima di dare la colpa al qualunquismo rendiamoci conto che questo è nato assieme a noi, con noi.

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